A cura di Claudio Ferri* e Arrigo FG Cicero**
*Università dell’Aquila
**Alma Mater Studiorum Università di Bologna
Ci viene segnalato questo sito internet – http://24life.today/go/click.php?key=2fc98cidzwgvu3fbrv79 – pare abbastanza frequentato, in cui un signore che afferma di essere professore e capo di un Istituto di Cardiologia, con tanto di logo della Repubblica Italiana accanto alla scritta “Centro di salvaguardia della salute e cardiologia” afferma candidamente che “il 77-78% delle morti ‘naturali’ avvengono proprio per via dell’ipertensione”. Non contento, lo stesso ‘collega’ commenta ulteriormente: “L’ipertensione comporta sempre lo stesso risultato, la morte. In parole povere, tenendo conto delle morti che avvengono quindi per ipertensione, questo accade quindi nell’ 89% dei casi. Quindi l’89% dei casi di ipertensione si conclude con un infarto o con un ictus e quindi con la morte dell’individuo”.
Ovviamente, tutto quanto è scritto nel sito http://24life.today/go/click.php?key=2fc98cidzwgvu3fbrv79 è completamente falso.
La verità scientifica indica nell’ipertensione arteriosa un fattore di rischio cardiocerebrovascolare. Come è ben noto, essa – almeno nella sua forma più frequente e comune, che si stimi interessi almeno 15 milioni di italiani – è però prevenibile come tale e nelle sue conseguenze cardiovascolari, cerebrovascolari e renali (chissà perché, ma non vorremmo dare con questo un involontario suggerimento al “collega”, la nefropatia ipertensiva è stata da lui completamente dimenticata). Questo grazie all’adozione di un corretto stile di vita ed all’assunzione eventuale di nutraceutici ma, soprattutto, di farmaci certificati dall’evidenza.
Orbene, è proprio in tale nostro – fin troppo facile – commento ed avvertimento ai nostri amati pazienti ed alla popolazione tutta sulla necessità di non farsi abbindolare da questa non decorosa pubblicità nascosta che si può – sempre fin troppo facilmente – reperire il vero interesse di chi scrive in quel sito ingannevole (consentiteci di non usare il termine “fake”: l’italiano è così bello). Più in là nel testo, infatti, lo stesso “collega” chiosa: “Per fare i conti, al giorno d’oggi l’unica cura che viene raccomandata ufficialmente dal Ministero della Salute per curare l’ipertensione, e che viene utilizzata dai cardiologi nel loro lavoro è Fito Balt”. Per corroborare questa affermazione, anzi, viene anche pubblicata una tabella, in cui incredibilmente figura l’inesistente “SONDAGGIO DEL MINISTERO DELLA SALUTE: come vi siete liberati dell’ipertensione?”, la cui risposta, lo avrete già capito, è: con il Fito Balt, nel 47% dei casi.
Magnanimamente, quindi, il “collega” offre Fito Balt al lettore in congrua offerta speciale: una confezione per appena 39 euro. Contenente cosa, non sapremmo dirlo perché non c’è scritto altro se non “100% di ingredienti naturali” (in fondo, anche il cianuro è al 100% naturale – derivando come è noto dall’acido cianidrico – e può ridurre la pressione arteriosa, come dimostrato, purtroppo, dai tanti, tragici casi di avvelenamento).
In conclusione, pertanto, care pazienti e cari pazienti: attenzione ai siti ingannevoli, che dispensano notizie destituite da qualsiasi prova ed evidenza. Ciò a volte accade in buona fede, altre – come in questo caso – per mero interesse commerciale. Forse, in questo drammatico gioco delle tre carte operato su internet, di male ci sarebbe ben poco. Questo, però, se non ci fosse di mezzo la qualità e la quantità di vita delle persone che, assumendo al costo di 39 euro il preparato Fito Balt (molto probabilmente, se non certamente inutile) rinunceranno ad assumere quelle cure farmacologiche dimostratamente efficaci che lo Stato Italiano dispensa loro gratuitamente, previa prescrizione medica.
Ovviamente, come neo-Presidente della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa ho già provveduto ad informare il Ministero della Salute dell’esistenza di questo sito ingannevole, per i provvedimenti del caso.
Concludo ringraziando l’amico e neo-Consigliere Arrigo Cicero, che mi ha segnalato per primo il sito e che firma con me questa nota.