Centri per la diagnosi e la cura dell’ipertensione arteriosa in Italia: distribuzione geografica, caratteristiche cliniche e dotazione strumentale
Giuliano Tocci, Nicola De Luca, Riccardo Sarzani, Ettore Ambrosioni, Claudio Borghi, Santina Cottone, Cesare Cuspidi, Francesco Fallo, Claudio Ferri, Alberto Morganti, Maria Lorenza Muiesan, Leonardo Sechi, Agostino Virdis, Giuseppe Mancia, Massimo Volpe
Pubblicato su: Ipertensione e prevenzione cardiovascolare 2014;21(1):13-26
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Introduzione
L’ipertensione arteriosa è uno dei principali fattori di rischio modificabili, la cui presenza è correlata in modo significativo, indipendente e progressivo con un aumento del rischio di sviluppare complicanze cardiovascolari e cerebrovascolari. Di contro, un trattamento efficace dell’ipertensione arteriosa riduce in modo sostanziale il rischio di sviluppare tali complicanze2-5. Tuttavia, il controllo della pressione arteriosa (PA) rimane largamente insoddisfacente nella maggior parte dei paesi occidentali, tra cui anche l’Italia.
Recenti analisi dei dati raccolti a livello europeo sul controllo della PA hanno, infatti, dimostrato come solamente nel 20-30% dei pazienti con ipertensione arteriosa in trattamento farmacologico vengano raggiunti gli obiettivi pressori raccomandati.
Nel nostro Paese, un’analisi di studi osservazionali, condotti tra il 1995 ed il 2005, ha confermato questa tendenza, riportando come su oltre 52 000 pazienti circa il 39% mostrava ipertensione arteriosa di grado 1 (140-159/90-99 mmHg) e circa il 32% ipertensione arteriosa di grado 2 (160-179/100-109 mmHg)10. Un aggiornamento di questa analisi, che ha preso in considerazione studi condotti in Italia dal 2005 al 2011 ed ha incluso circa 160 000 pazienti con ipertensione arteriosa seguiti prevalentemente nell’ambito della Medicina Generale in tutto il territorio nazionale, ha dimostrato come solo il 57% dei pazienti con ipertensione arteriosa fosse adeguatamente trattato e di questi solo il 37% raggiungesse un controllo efficace dei valori pressori in terapia, mentre nella media in quasi tutti gli studi riportati in questa analisi la PA sistolica fosse maggiore di 140 mmHg. Tali osservazioni confermano, peraltro, come il controllo della PA nella popolazione di pazienti con ipertensione arteriosa sia ancora largamente insufficiente e sottolineano la necessità di intraprendere interventi multidisciplinari, volti a migliorare il controllo della PA in Italia.
Dal momento che l’ipertensione arteriosa rappresenta un ideale bersaglio per identificare i pazienti a rischio cardiovascolare e ridurre il carico di malattia correlato all’ipertensione arteriosa, risulta evidente come un miglioramento delle strategie di identificazione e controllo di questo parametro possa essere considerato un fondamentale obiettivo di prevenzione nel nostro Paese, con ampi benefici per il Servizio Sanitario Nazionale nel medio-lungo termine.
Sulla base di tali considerazioni, la Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA) si propone di realizzare, diffondere e condividere una serie di azioni volte a migliorare il controllo della PA in Italia. Nell’ambito delle varie iniziative, sono state condotte un’azione concertata con la Medicina Generale, l’implementazione della consapevolezza nella popolazione anche attraverso interventi sui mass media e sui social network, l’educazione all’impiego della misurazione domiciliare della PA, e la realizzazione di documenti di consenso e di raccomandazioni pratiche su argomenti specifici per la gestione clinica dell’ipertensione arteriosa, tra cui la gestione dell’ipertensione arteriosa nei pazienti con cardiopatia ischemica, ipertensione resistente, ipertensione nefrovascolare, ipertensione in gravidanza, ed
il ruolo dell’ecocardiografia nell’ipertensione arteriosa, che possano implementare quelle presenti nelle
linee guida internazionali.
Il presente documento SIIA illustra i risultati principali di un sondaggio condotto presso i centri dell’ipertensione distribuiti in tutto il territorio nazionale. Tale analisi potrebbe fornire elementi utili per un uso razionale ed efficace delle risorse attualmente disponibili, al fine di migliorare il controllo della PA in Italia.
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