Seleziona una pagina

Raffaella Mistrulli, Giuliano Tocci, Centro per la Diagnosi e la Cura dell’Ipertensione Arteriosa, UOC di Cardiologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria Sant’Andrea, Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare, Università di Roma Sapienza, Roma, Italia

La prevalenza delle malattie cardiovascolari (CV) è in costante e continuo aumento in tutto il mondo. Come noto, uno dei più importanti fattori di rischio per le malattie CV è rappresentato dall’ipertensione, che molto spesso è associata all’obesità e alla sindrome metabolica. La ricerca dei fattori chiave, che collegano l’eccessiva adiposità ed il dismetabolismo glucidico con l’aumento della pressione arteriosa (PA) e del rischio CV sta attirando un’attenzione crescente da parte della comunità scientifica.

In un recente articolo di Sarzani et al.1 viene affrontato il ruolo centrale che i peptidi natriuretici cardiaci (NPs) e il loro sistema recettoriale hanno nella fisiopatologia dell’ipertensione, dell’obesità e del diabete mellito di tipo II.

Sebbene il ruolo dei NP sia più chiaro e conosciuto nell’ambito dello scompenso cardiaco (HF), resta invece meno chiara l’azione che svolgono a livello del tessuto adiposo viscerale e a livello del metabolismo glucidico.

Nell’obesità viscerale, infatti, tutti i componenti del sistema renina angiotensina-aldosterone (RAAS) sono aumentati. L’anormale regolazione a favore del RAAS nell’obesità sembra essere associata ad una riduzione dell’attività dei NPs. Infatti, gli effetti benefici dei NPs sul sistema CV dipendono in parte dalla loro capacità di antagonizzare il RAAS a più livelli.

Nel tessuto adiposo, sia il sistema dei NPs che il RAAS influenzano la crescita cellulare e il metabolismo. L’angiotensinogeno e l’angiotensina II, almeno in alcune condizioni, stimolano la crescita degli adipociti viscerali, la differenziazione attraverso i recettori AT1 e l’inibizione della lipolisi negli adipociti di soggetti normopeso e obesi. Dall’altro lato, i NPs inibiscono la proliferazione degli adipociti e stimolano anche la lipolisi portando a un aumento dei livelli circolanti di acidi grassi non esterificati.

Le proprietà lipolitiche dei NPs sono state descritte per la prima volta da Sengenès et al.,2 che hanno osservato come il peptide natriuretico atriale (ANP) fosse il più potente attivatore della lipolisi, seguito da peptide natriuretico cerebrale (BNP) e peptide natriuretico di tipo-C (CNP). Studi clinici più recenti hanno dimostrato che livelli più elevati di NPs sono stati associati ad un minor sviluppo di obesità, sindrome metabolica e ad un minor rischio di diabete.

I meccanismi alla base dell’associazione tra NPs e rischio di diabete non sono completamente compresi, probabilmente l’aumento dell’apporto calorico, comunemente riscontrato nei pazienti con sindrome metabolica e diabete mellito è associato ad un aumento della secrezione di insulina e dell’ingresso del glucosio negli adipociti, con inibizione degli effetti benefici dei NPs sul tessuto adiposo, come la lipolisi. Il BNP è risultato anche correlato positivamente con l’adiponectina, un’adipochina specifica per gli adipociti, con attività antinfiammatoria e anti-aterosclerosi, coinvolta nel ridurre l’infiammazione cronica di basso grado tipica della sindrome metabolica. A conferma di quanto esposto prima, l’ANP inibisce il rilascio di citochine e chemochine pro-infiammatorie dagli adipociti e dai macrofagi del tessuto adiposo e tale meccanismo potrebbe essere vantaggioso in quanto l’infiammazione cronica contribuisce sia alla resistenza insulinica che all’obesità e alle malattie CV.

L’analisi delle più recenti evidenze, sintetizzate in questo articolo,1 mette in luce le conoscenze emerse sul sistema dei NPs, chiarendo il loro importante ruolo non solo nelle malattie CV come la pressione arteriosa, ma anche a livello del metabolismo glucidico e lipidico (Figura 1). Come già osservato per il sacubitril-valsartan (ARNI) che riducendo la degradazione dei NPs e l’attività dell’angiotensina II, non solo è un farmaco principe per i pazienti con HF ma è anche un potente agente antipertensivo, è possibile che i NPs possano esser dei bersagli terapeutici anche per altre patologie.

 


Figura 1

 

In conclusione, si spera che condizioni “pandemiche” come l’ipertensione, l’obesità e la sindrome metabolica possano beneficiare, nel prossimo futuro, di un approccio comune basato sui NPs sia per la diagnosi che per il trattamento.

Bibliografia

  1. Sarzani R, Spannella F, Giulietti F, Balietti P, Cocci G, Bordicchia M. Cardiac natriuretic peptides, hypertension and cardiovascular risk. High Blood Press Cardiovasc Prev 2017;24(2):115-126.
  2. Sengenès C, Berlan M, De Glisezinski I, Lafontan M, Galitzky J. Natriuretic peptides: a new lipolytic pathway in human adipocytes. FASEB J 2000;14(10):1345-51.