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A cura di Arrigo F.G. Cicero, Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche, Alma Mater Studiorum Università di Bologna

Letteratura sempre più consolidata riconosce valori subottimali di uricemia come un fattore di rischio aggiuntivo per la malattia cardio- e cerebrovascolare, nonché per insufficienza renale cronica e diabete. Ad oggi, escludendo l’abuso di fruttosio e di birra scura, di frattaglie e selvaggina, non sono stati chiaramente identificati singoli alimenti associati ad aumento significativo di uricemia. Da qui, la difficoltà di definire chiaramente una dieta ipouricemizzante. In questo contesto Jusaschek et al. hanno condotto un sottostudio nell’ambito del DASH feeding study. In questo studio randomizzato a 3 bracci paralleli, 459 soggetti con pressione sistolica <160 mmHg e diastolica compresa fra 80 e 95 mmHg, non in trattamento antipertensivo, sono stati randomizzati per 8 settimane di dieta monitorata secondo 3 schemi: 1) tipica dieta americana (gruppo di controllo); 2) dieta americana arricchita in frutta e verdura; o 3) dieta tipo DASH ricca in frutta, vegetali, latticini a basso tenore lipidico, ridotta in grassi totali, saturi e colesterolo. Il peso corporeo è stato mantenuto costante nel corso dello studio. L’uricemia è stata misurata alla baseline e post-trattamento dietetico dopo 8 settimane.

Dei 459 soggetti dati completi sono stati raccolti per 327 partecipanti (età media 45.4±11.0 anni, 47% donne, 50% uomini), con un valore di uricemia basale di 5.7±1.5 mg/dl, non differente fra i 3 gruppi. In confronto con la dieta americana di controllo, l’arricchimento in sole frutta e verdura ha determinato una riduzione dell’uricemia di 0.17 mg/dl (95%CI: -0.34, 00; P=0.051), mentre la dieta DASH di 0.25 mg/dl (95%CI: -0.43,-0.08; P=0.004). L’effetto della DASH è stato proporzionale all’uricemia basale: <5 mg/dl = – 0.08 mg/dl, 5-5.9 mg/dl = – 0.12 mg/dl, 6-6.9 mg/dl = – 0.42 mg/dl, 7-7.9 mg/dl = – 0.44 mg/dl, e ≥8 mg/dl = – 0.73 mg/dl, P-trend= 0.04). La dose-dipendenza non si è osservata per la dieta semplicemente arricchita in vegetali.

L’effetto osservato può sembrare minimo, tuttavia in considerazione del fatto che comunque una dieta sana deve essere prescritta da linee guida a tutti i pazienti ad aumentato rischio cardiovascolare, se i soggetti con uricemia più elevata possono ottenere una riduzione di uricemia di 0.5-0.7 mg/dl con un approccio DASH (o, ancora meglio, Mediterranean DASH) è da considerarsi comunque un vantaggio. Un limite dello studio è la relativamente breve durata: da un lato ha garantito una maggiore aderenza alla dieta, dall’altro però non ha consentito di osservare un importante calo ponderale, miglior predittore del calo dell’uricemia. In ogni caso, chi restasse con uricemie maggiori dovrebbe ricorrere a terapia farmacologica mirata.

Bibliografia

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