A cura di Carlo Aggiusti e Massimo Salvetti, Medicina Interna Università di Brescia & Medicina d’Urgenza ASST Spedali Civili di Brescia
L’associazione fra livelli di acido urico e rischio di eventi cardiovascolari (CV) è nota da più di 50 anni. I dati a questo proposito sono andati accumulandosi negli anni e recentemente lo studio collaborativo multicentrico URRAH, condotto nell’ambito dei Centri Ipertensione della SIIA, ha ulteriormente consentito di approfondire il significato prognostico indipendente dei livelli di uricemia sia per eventi cardiaci che cerebrovascolari, consentendo anche di ridefinire le soglie di rischio, che sono risultate essere più basse di quanto ritenuto per molto tempo.
Assai recentemente sono comparsi online sul sito della rivista Hypertension i risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Mayo Clinic (Rochester, MN) che si sono proposti di approfondire alcuni precedenti osservazioni che evidenziavano una maggiore espressione di xantina ossidasi in placche aterosclerotiche di soggetti sintomatici per eventi cerebrovascolari rispetto a quanto osservato in placche prelevate da soggetti asintomatici. Sono stati analizzati campioni provenienti da 32 pazienti sottoposti a tromboendoarteriectomia carotidea (9 asintomatici, 23 sintomatici per eventi cerebrovascolari).
L’analisi con colorazione di Gomori metenamina-argento (Gomori methenamine-silver staining) ha evidenziato la presenza di acido urico nel 68.7% delle placche analizzate, ed in misura significativamente maggiore nelle placche di pazienti sintomatici (86,9%) rispetto a quanto rilevato nelle placche prelevate da pazienti asintomatici (22.2%) (p<0.01). L’analisi mediante anticorpi diretti contro l’acido urico ha consentito di rilevare positività nel 53% delle placche, con una ripartizione nettamente differente, risultando positiva nel 65% delle placche di pazienti sintomatici e solo nell’11.1% delle placche prelevate da pazienti asintomatici.
Gli autori sono stati anche in grado di effettuare una analisi quantitativa delle concentrazioni di acido urico nelle placche asportate da 23 pazienti (18 sintomatici, 5 asintomatici). L’analisi ha mostrato concentrazioni significativamente più elevate di acido urico nelle placche di pazienti sintomatici (25.1±9.5 µg/g) che in quelle prelevate da pazienti asintomatici (17.9±3.8 µg/g) (p=0.021). In questo gruppo di pazienti le concentrazioni di acido urico nelle placche erano correlate in maniera significativa ai livelli di acido urico circolante (p=0.016). I risultati dello studio possono contribuire alla spiegazione dei meccanismi alla base della associazione fra elevati livelli di acido urico e rischio futuro di eventi cardio e cerebrovascolari.
Bibliografia
Nardi V, Franchi F, Prasad M, et al. Uric acid expression in carotid atherosclerotic plaque and serum uric acid are associated with cerebrovascular events. Hypertension 2022;0:10.