Strategie per migliorare il controllo della pressione arteriosa in Italia: dalla stratificazione del rischio cardiovascolare globale alla terapia di combinazione
SIIA – Documento di Indirizzo 2012 [PDF: 633 Kb]
Pubblicato su: Ipertensione e prevenzione cardiovascolare 2012; 19(4):187-196
Riassunto
Studi clinici osservazionali dimostrano come la percentuale di pazienti affetti da ipertensione arteriosa in trattamento che raggiunga gli obiettivi pressori raccomandati (140/90 mmHg) non superi il 30-40%. Di contro, studi clinici di intervento dimostrano come sia possibile raggiungere un controllo dei valori pressori entro i limiti raccomandati in una percentuale pari al 70-80% dei pazienti con ipertensione arteriosa, soprattutto attraverso l’impiego di strategie di combinazione razionali, efficaci e ben tollerate.
Al fine di colmare il gap tra il controllo pressorio attuale e quello auspicato e per conseguire una più efficace prevenzione cardiovascolare, la Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa ha progettato una strategia operativa volta a raggiungere una percentuale di pazienti controllati prossima al 70% entro il 2015. Tale obiettivo può essere realisticamente raggiunto mediante un uso razionale dei presidi oggi disponibili, ed anche attraverso un’implementazione dell’uso della terapia di combinazione, soprattutto se tale approccio può essere semplificato in un’unica pillola, possibilità terapeutica oggi disponibile anche in Italia. Dal momento, infatti, che circa il 70-80% dei pazienti affetti da ipertensione arteriosa richiede una terapia di associazione basata su almeno due classi di farmaci per raggiungere gli obiettivi pressori raccomandati, appare di importanza strategica una maggiore implementazione di questa strategia nella pratica clinica quotidiana
Nell’ambito delle diverse associazioni disponibili, l’uso di una strategia di combinazione basata su farmaci che antagonizzano il sistema renina-angiotensina, come antagonisti recettoriali dell’angiotensina ed inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina, in associazione con farmaci diuretici e/o calcioantagonisti, ha dimostrato di ridurre significativamente il rischio di eventi cardiovascolari maggiori e di sospensione della terapia prescritta, in presenza di una maggiore efficacia antipertensiva e di una migliore tollerabilità rispetto alla monoterapia.